Padova Città d'Acque
e i suoi Canali navigabili


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All'interno delle sue antiche mura Padova era dunque percorsa da un piacevole e frequentatissimo Naviglio Interno; tutto il traffico commerciale fluviale proveniente dall'area sud, dalla Bassa Padovana, da Vicenza, dai Colli Euganei, attraversava la città, gli antichi ponti, le sinuose riviere, e tramite la Conca di Navigazione delle Porte Contarine, inserite nella cinta muraria del centro storico di Padova, si immetteva nel Piovego da dove raggiungeva la Riviera del Brenta, Venezia e il mare; e risalendo il Naviglio Interno nobili e patrizi raggiungevano le loro tenute e i Castelli lungo la Riviera Euganea.
Non più percorribile il vecchio Naviglio Interno, perchè interrato negli anni '50, oggi è possibile un percorso fluviale suggestivo, ambientale e culturale, che parte dal Piovego e raggiunge i canali interni della città, costeggiando le antiche mura rinascimentali veneziane, erette dopo che Padova, nel 1509, durante la guerra della Lega di Cambrai, fu assediata e presa dalle truppe imperiali di Massimiliano d'Austria. La città fu subito liberata, ma il pericolo corso indusse il Senato veneziano ad ordinare il rifacimento completo delle mura. Iniziata nel 1513 da Bartolomeo d'Alviano, capitano generale della Serenissima, l'opera fu continuata da Michele Sanmicheli e nel 1544 poteva dirsi completata. Il complesso sistema difensivo, ordinato su mura e bastioni formidabili, per una lunghezza di circa 12 km, esemplare per l'architettura militare del tempo, faceva di Padova, secondo il giudizio dei contemporanei, una città imprendibile.
Partendo dal monumentale Bastione del Portello Nuovo si naviga fino al Portello, antico porto fluviale con la sua bella scalinata cinquecentesca, raffigurata in un quadro dal Canaletto.
Era questa una delle zone più popolari ed animate di Padova, dove si riunivano "barcaroli", "cavallanti" e "beccai" noti per le loro risse con gli studenti. La Porta del Portello, denominata anche Porta Venezia o Porta Ognissanti, fu eretta nel 1518 su disegno di Guglielmo Grizi detto il Bergamasco, concepita più come porta ad uso civile e commerciale che come porta ad uso militare. L'esterno, che ricorda un Arco di Trionfo, è in pietra d'Istria, ha otto colonne e sopra l'attico una torretta con l'orologio.
Oltre il ponte, esiste ancora l'Edicola di S. Maria dei Barcaioli del 1790, dove i viaggiatori assistevano alla messa prima di imbarcarsi sui burci.
La scalinata del Portello venne costruita nel 1534 dal podesta' Pietro Lando e dal capitalo Marco Barbarigo. Sulla scalinata e sugli spalti delle mura i padovani erano soliti accogliere e salutare i provveditori veneziani e le personalita' che vi arrivavano. Qui facevano capo i battelli che, percorrendo fiumi e canali navigabili, collegavano Padova e la sua provincia con la laguna di Venezia.
E sempre costeggiando le antiche mura cinquecentesche, si supera la cittadella universitaria e si arriva all`ex Macello, opera ottocentesca di Giuseppe Jappelli e poi ai giardini dell`Arena Romana con la Cappella degli Scrovegni di Giotto e poco più in là, nel medesimo complesso d`arte, l`importantissima Chiesa degli Eremitani con gli affreschi del Mantegna.

Lo sciabordio dell'acqua si confonde con il rumore della città quando si sottopassa il monumentale Ponte del Corso del Popolo, arrivando alla Chiusa di navigazione delle Porte Contarine, nel centro storico della città, un tempo punto di transito obbligato dell'antico Naviglio Interno. Le Porte Contarine, ispirate al modello di Leonardo da Vinci, costruite dai veneziani nel 1526, servivano a superare il dislivello d'acqua del Piovego con il Naviglio Interno, permettendo così alle imbarcazioni provenienti dal Piovego di salire o discendere il Naviglio Interno. Negli anni '50 l'intero tratto settentrionale del Naviglio Nord fu tombinato e ora dalla Porte Contarine non è più possibile inoltrarsi in parte della città.
La navigazione prosegue quindi risalendo il Tronco Maestro del Bacchiglione, tra folta vegetazione, in un suggestivo succedersi di ponti, antichi e moderni palazzi, fino all'antico Ponte Molino e al medioevale Ponte di San Leonardo, da dove si accedeva al primo nucleo del Ghetto Ebraico
Navigando per le antiche Riviere del Tronco Maestro, ammirando i suoi bei Palazzi d'epoca, si arriva Ponte di San Benedetto costruito la prima volta in legno nel XIII secolo, rifatto nel '500 e ricostruito integralmente in ferro e in stile liberty nel 1881. E poi al Ponte dei Tadi, in epoca medioevale il ponte più importante della città e il Ponte di San Giovanni delle Navi del 1285, ove un tempo vi era l'approdo per le barche provenienti da Vicenza e dalla Riviera Euganea e che serviva per lo sbarco della frutta e verdura diretta al mercato delle piazze.
Costeggiando Riviera Paleocapa si arriva fino all'antico Ponte di Sant'Agostino, nei pressi del vecchio Castello degli Ezzelini con la sua antica, imponente e famosa torre difensiva un tempo chiamata Torlonga e ora Specola. Il castello eretto sulla biforcazione dei due canali controllava un tempo tutti gli accessi dall'acqua alla città ed era il punto più importante di tutto il sistema difensivo comunale
Qui, all'incrocio del Tronco Maestro del Bacchiglione con la diramazione dell'antico Naviglio Interno, termina la suggestiva navigazione ed è possibile scendere per raggiungere a piedi il Castello e la Specola.